Dopo mesi di turni infrasettimanali, il Forlì torna in pari con i recuperi: manca l’ultima gara che si disputerà – per recuperare la 24° giornata del girone di ritorno – in casa della Correggese, il 5 maggio. Dimenticata la partita contro il Ghiviborgo si guarda avanti e ci si prepara al rush finale del campionato. I giocatori sono positivi e continuano a sperare nei playoff. L’importante rimane fare buone prestazioni. Emanuele Croci, romagnolo che da anni milita nel Forlì ne parla così: «Negli ultimi anni ci sono stati tanti cambiamenti, ma lavorando sui buoni progetti e la stabilità del gruppo si riesce ad ottenere il massimo».
Il campionato ha portato al club biancorosso insidie e soddisfazioni. Le prestazioni sono state variabili e migliorate notevolmente dall’inizio ad oggi, con qualche intoppo prevedibile dato il tour de force che tutte le sfidanti della classifica hanno dovuto affrontare. L’emergenza Covid-19 non ha facilitato i club, ma ha costretto tutti a sacrificare le tempistiche e le metodologie di allenamento in base alla questione sanitaria. Il Forlì quest’anno ha dimostrato di poter vincere con tutte le squadre, ma di poter scivolare qualche volta in occasioni inaspettate. Su questo Croci sostiene: «È un campionato difficile, ma equilibrato. Le squadre che sono dietro di noi in classifica hanno un modo di giocare che mette in difficoltà, costringendoci sempre a fare la partita. Penso che giocare con le big sia più “facile” perché ti prepari mentalmente di più, ma non bisogna sottovalutare le squadre che non sono ai vertici, perché sono quelle con cui si devono raccogliere punti utili per la classifica».
L’under del Forlì, così definito perché classe ’99, sta dando un buon contributo alla formazione biancorossa, trovandosi a rivestire il posto di titolare nelle ultime fasi del campionato. Si dichiara contento di questa opportunità ritenendo che la fatica spesa – duro lavoro e correttezza impeccabile nei confronti della squadra – stia dando i suoi frutti e non nega di voler rimanere in biancorosso. «Sono cresciuto qui e seguo il Forlì fin da quando ero bambino. È motivo di orgoglio giocare in questa squadra e spero di poter continuare». L’altruismo è unico in casa Forlì: «L’importante è che vinca la squadra».
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