Domani alle ore 14:30, presso lo Stadio Tullo Morgagni di Forlì, i Galletti scenderanno in campo contro il Lentigione nella 15° giornata di campionato in serie D.
Questa mattina abbiamo intervistato in conferenza stampa mister Benuzzi: “Credo che il Lentigione sia un’ottima squadra, nonostante non abbiano i risultati sperati dal momento che per un certo periodo del campionato sono stati i primi in classifica. Vorrei che i miei ragazzi abbiano ancor più convinzione di far bene, ci scontriamo contro una signora squadra; dobbiamo scendere in campo come se giocassimo l’ultima partita”.
Domenica scorsa a San Giovanni Valdarno la ruota non è girata a favore dei biancorossi: “Abbiamo creato noi le occasioni, commettendo un solo errore; la cosa che mi fa onore dei miei ragazzi è che chi era là sentiva come contestava il pubblico dell’avversario nel primo tempo, erano confusi dal nostro pressing offensivo: abbiamo compiuto 15 cross dalle fasce. A fine partita un giornalista mi ha chiesto se mi sono sentito sulla “graticola”, un suo collega invece mi ha detto che venire fuori col pareggio sarebbe stato il minimo.”.
“ Io mi sento tutti i giorni sulla “graticola” – prosegue Benuzzi - se un allenatore vuole dare il meglio di sé deve sempre mettersi in discussione, non può avere certezze di modulo e di formazione, deve sempre cercare di trovare la soluzione migliore per accontentare la proprietà”.
Domani mancheranno Longato, Luzzi, Radoi e Vago, infortunati; Boilini ha recuperato durante il periodo di squalifica. Galeotti e Romano hanno ricominciato ad allenarsi da giovedì.
L’allenatore è soddisfatto del rendimento della squadra: “Sono contento di come stiamo procedendo e di quello che stiamo facendo; capisco che abbiamo ancora tanta strada da fare, il problema è che io sono venuto dopo un ottimo allenatore che ha dato ai ragazzi dei concetti giusti per la sua filosofia. È davvero difficile andare a scardinare dei concetti di difesa a tre, di un solo giocatore sull’esterno, di un’ala che viene dentro perché si inserisce un altro, dei concetti dove deve essere l’attaccante che va a chiudere un mediano avversario e non il centrocampista che deve uscire. Sono concetti che hanno consentito ad Attilio di vincere i campionati. Tuttavia io non posso proseguire un lavoro dove non mi sento di dare il massimo, in quanto mi sento più afferrato su altre cose”.
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