Abbiamo intervistato Mister Gianni Belli, allenatore della Juniores del Forli F.C.
La sua squadra ha disputato un ottimo campionato, classificandosi terza nella regular season e qualificandosi per i playoff di categoria.
Come è andata questa stagione?
"La stagione è andata molto bene, siamo molto soddisfatti perché abbiamo fatto il campionato juniores nazionale sott'età, la squadra è cresciuta tanto, abbiamo proposto diversi giocatori in prima squadra e quindi il lavoro è molto soddisfacente."
Come vi siete trovati con i ragazzi e cosa ne pensa, sia dal punto di vista del campo che dal punto di vista umano?
"Il mio giudizio è positivo, soprattutto dal punto di vista del campo, perché la squadra in campo non ha mai denotato poco impegno, tutti hanno messo il massimo. Anche come persone, come uomini sono cresciuti tanto, anche nell'ambito scolastico, dove la società e io pretendiamo massimo impegno."
Qual è la sua idea di gioco che cerca di trasmettere ai ragazzi?
"La mia idea di gioco principalmente in questo momento è mentalizzare i giovani perché hanno bisogno di capire cosa serve per poter fare qualcosa di importante nel calcio; sono valori semplici, che però si stanno perdendo, mentre invece secondo me sono veramente importanti nel calcio e anche soprattutto nella vita."
Qual è stata la squadra che vi ha messo più in difficoltà in questa stagione?
"Senza dubbio il Piacenza, che è la squadra che ha vinto il campionato, che ha dimostrato un organico di primo ordine, infatti erano stati costruiti per fare la primavera 3 e invece ce la siamo trovata nel nostro girone, ma oltre a avere un bell’organico ha anche una struttura di gioco e un'organizzazione molto importante."
Dall'inizio dell'anno a oggi quanto è stato grande il margine di miglioramento della squadra?
"Direi che è stato un crescere quotidiano, se vogliamo fare una scala siamo partiti da 6 e siamo arrivati a 9, non dico 10 perché si può sempre migliorare. Siamo arrivati a fare i playoff un pochino stanchi, abbiamo comunque dato tutto. E’ stata una crescita costante e graduale da agosto fino ad oggi."
Si trova bene nella società, se è contento di lavorare al Forlì e come si trova nelle nostre strutture?
"Sono qui da 7 anni e devo dire che a Forlì mi trovo molto bene perché rappresentiamo una città molto importante, è una società dove si può lavorare bene per far crescere i ragazzi e dove c'è l'ambizione di voler migliorare costantemente."
Grazie al buon lavoro svolto in questa stagione, pensi ci siano dei buoni proposti per l'anno nuovo?
"Direi proprio di sì perché comunque le basi sono buone. Tutto il settore giovanile ha lavorato bene, ha fatto un bel percorso di crescita, quindi chiaramente ci sono le basi per poter continuare a crescere e ci sono tutti i presupposti per poter fare un grande lavoro anche l’anno prossimo."
C'è qualche rammarico, magari per il finale di stagione?
"Se si parla di rammarico in termini di risultati, forse le partite importanti sono state quelle dei play-off con l'Imolese e l'ultima di campionato con il Ravenna. Il rammarico è di essere arrivati un pochino stanchi e aver avuto qualche infortunio di troppo, però c'è la consapevolezza da parte mia, da parte dello staff e anche da parte dei ragazzi di aver dato tutto fino all'ultima goccia di sudore e penso che il risultato rispecchi il nostro valore."
A livello umano c'è qualcosa che hai imparato di diverso da questa stagione?
"Per un mister ogni anno c'è da imparare qualcosa perché ti devi rapportare sempre con ragazzi nuovi: passano gli anni, le generazioni cambiano e quindi bisogna aggiornarsi, bisogna capire cosa serve a questi ragazzi per mentalizzarsi e per imparare a fare sacrifici, che sono cose importanti da cui passare per poter far bene."
C’è qualche ragazzo di cui sei rimasto maggiormente stupito per la mentalità e la capacità di allenamento? Che magari era partito in un certo modo e ha finito con una mentalità e una professionalità diversa?
"Potrei fare diversi nomi, ma faccio quello di Zela perché è un profilo che ha un motore importante a livello di caratteristiche per poter fare qualcosa di importante nel calcio.
I primi mesi ci siamo scontrati in maniera importante perché lui è abbastanza “testone” e questo mi ha costretto a mandarlo in tribuna 5-6 volte: si è trovato ad un bivio, ha scommesso su di me, mi ha ascoltato, mi ha seguito e ha fatto un girone di ritorno molto importante, infatti oggi è rappresentativa e si sta togliendo le sue soddisfazioni: queste sono cose che mi rimangono dentro."
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