Ha totalizzato più di 400 presenze tra i professionisti; ha vinto 2 campionati di Serie B da protagonista con le maglie di Pescara e Cesena e ha segnato tanti bellissimi goal (di cui uno allo Juventus Stadium da vedere e rivedere). Questi sono solo alcuni dei numeri di un giocatore fantastico, arrivato a Forlì durante la finestra di mercato di dicembre, che ha avuto il piacere di raccontarci la suo lungo ed emozionante percorso calcistico. Emmanuel Cascione è nato a Catanzaro il 22 settembre 1983: in carriera, dopo un’ esperienza da sogno in Inghilterra al West Ham, ha vestito le maglie di Rimini, Reggina, Pescara e Cesena tra Serie A e Serie B.
Ciao Emmanuel! Hai una carriera lunga e importante alle spalle, avendo giocato nelle categorie più alte del nostro calcio. Qual' è stato il tuo percorso giovanile prima dell’esordio tra i grandi?: “Buongiorno a tutti gli amici biancorossi! Ho iniziato a muovere i primi passi nelle giovanili della Fiorentina, per due anni, anche se poi ho smesso per provare a fare snowboard! Niente paura, un anno dopo ho ricominciato a Lido di Camaiore e in seguito alla Lucchese, due anni, negli Allievi e nella Berretti. Alla fine di quella stagione però cambiai procuratore, e Moreno Roggi mi diede l’opportunità di andare in Inghilterra nel West Ham. Era il 1999 e avevo 16 anni”.
Deve essere stato emozionante ma al tempo stesso difficile. Raccontaci di questa esperienza: “L’impatto con quella realtà è stato qualcosa di indimenticabile per me che ero un giovane calciatore: mi spiego meglio. Arrivai a Londra per effettuare un provino con le giovanili, ma casualmente mancavano sia le squadre Allievi sia l’ Under 19. Così ebbi l’opportunità di fare i primi allenamenti insieme alla prima squadra. Scesi in campo e mi ritrovai con Lampard, Di Canio, Joe Cole, Rio Ferdinand, Trevor Sinclair, Michael Carrick, Kanouté… io ero un ragazzino, ma ricordo che fu una settimana perfetta! Mi riuscì tutto in campo, segnai un gran goal da fuori area in partitella e la sera stessa mi chiamò il mio procuratore, dicendomi che Redknapp voleva farmi firmare immediatamente. In seguito venni inserito nella squadra Under 16, e vincemmo il nostro girone. L’anno seguente ebbi l’opportunità di rimanere in prima squadra, ma per una serie di motivi decisi di non continuare la mia esperienza oltremanica e sono tornato in Italia, nella Pistoiese. Il mio periodo inglese mi ha davvero cambiato la vita. Oltre alla tecnica ho migliorato la mia fisicità e il mio modo di giocare, e dalla loro mentalità ho imparato che dopo un contrasto non bisogna rimanere a terra a fare scena, ma ci si deve rialzare subito e continuare a giocare. Quando vedo i ragazzi di oggi che urlano dopo un contrasto non posso sopportarlo. E’ stata un esperienza dura, ma sono cambiato drasticamente sia da un punto di vista calcistico sia da un punto di vista umano, in maniera molto positiva”.
Come dicevi, il tuo ritorno in Italia è avvenuto con la maglia della Pistoiese: “Sì, avevo 18 anni. mister Stringara mi convocò per la prima volta in occasione della partita contro la Salernitana di Zeman, dove, guarda caso, giocava proprio Nicola Campedelli insieme a Samuele Olivi! Negli spogliatoi prima della partita ho scoperto che sarei partito titolare, dal nulla: ero agitatissimo. Io giocavo mezz’ala sinistra, Nicola mezz’ala destra, e per questo eravamo impegnati nella stessa zona di campo. Ricordo bene che Nicola era inarrestabile, e un’ altra cosa che mi è rimasta impressa è che era una bravissima persona, anche all'interno del campo. Era un giocatore imprescindibile per la sua squadra”.
Dopo la Pistoiese ti sei trasferito al Rimini. E anche qui puoi raccontarci un aneddoto legato al nostro mister: “L’esordio a Rimini l’ho fatto contro il Modena: la partita finì 1 a 1, e nei canarini giocava sempre mister Campedelli! Giocai due buone stagioni nonostante un infortunio al ginocchio che mi costrinse a un lungo stop al termine della prima. Con la Reggina il primo anno trovai mister Ficcadenti, con cui ci salvammo in Serie A e giocai molto bene. Da lì andai a Pescara con allenatori come Di Francesco e Zeman. Lì ebbi una nuova carriera. Il primo anno ottenemmo una bellissima promozione in A, mentre sotto la guida del mister Boemo realizzai tantissimi goal e altrettanti assist. Concluso il mio periodo a Pescara ebbi l’occasione di approdare a Cesena dove sono rimasto 5 anni. Con Bisoli non fu il migliore degli inizi, le prime due partite non giocai bene e mi ritrovai in panchina. Dopo il mister mi mise davanti alla difesa, e da lì iniziò una bellissima stagione per me, conclusa con la promozione in A. Dopo giocai a Cesena altre due stagioni con Drago e Camplone, e ho ottenuto tante belle soddisfazioni”.
Adesso sei a Forlì: come ti trovi qui e qual è il tuo pensiero relativo alla squadra?: “Mi sono trovato bene sin dall’inizio qui a Forlì. Ho trovato un gruppo di ragazzi volenterosi e desiderosi di raggiungere la salvezza il prima possibile. Credo che l’ambiente e il clima adesso siano positivi, e speriamo di riuscire nel nostro intento al più presto, con forza di volontà e spirito di gruppo”.
Contro l’Avezzano siamo tornati alla vittoria, e tu hai sfoderato un’altra grande prestazione: “Quella di domenica è stata una vittoria sofferta ma molto importante. Abbiamo espresso un bel gioco, soprattutto nel primo tempo. Nella seconda frazione l’Avezzano ha provato a metterci alle corde ma noi ci siamo difesi bene, e alla fine abbiamo portato a casa 3 punti meritati. Nel ruolo di mezz’ala sono più libero di giocare fuori da un' inquadratura, e questo sicuramente mi aiuta a esprimermi meglio. La squadra sta acquisendo serenità e motivazione, caratteristiche utili per affrontare questa fase finale del campionato nel migliore dei modi”.
Grazie Cascio e forza per le prossime partite!
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