Se i Galletti sono stati gli artefici in campo di questa fantastica salvezza, tra colori che al di fuori del rettangolo verde hanno lavorato duramente per riuscire a raggiungere questo obiettivo vi rientra sicuramente Matteo Mariani, il nostro Club Manager, che al termine della stagione ha fatto il punto sul campionato appena concluso e ci ha raccontato il suo lavoro durante la sua prima stagione a Forlì.
Ciao Matteo, proviamo a tracciare insieme un bilancio di questa stagione:
“E’stata un’annata intensa, che fatico ancora a definire con un solo aggettivo. Sono consapevole che soprattutto i nostri tifosi abbiano assistito ad una stagione complicata, perché abbiamo giocato un campionato al di sotto delle aspettative. D’altra parte nel calcio possono capitare situazioni come questa dove abbiamo alternato momenti molto positivi a momenti decisamente negativi. Nel corso dell’anno sono intercorse altre situazioni complesse, come il cambio di allenatore e di direttore sportivo; ma da lì in poi sono venuti fuori il nostro carattere e le nostre competenze e alla fine abbiamo compiuto una vera impresa. Quando è stato il momento di dare una svolta, abbiamo ragionato, ci siamo guardati negli occhi e abbiamo fatto le cose giuste per invertire la rotta. I ragazzi hanno captato il messaggio, ci hanno seguito e grazie ad un finale di stagione importante siamo riusciti a raggiungere il nostro obiettivo.”
Qual’ è stato per te il momento più bello del campionato?
“È sicuramente un’emozione fresca: parlo di domenica, a partita finita, una volta che abbiamo saputo della vittoria dell’Agnonese contro la Vastese: è stato il coronamento di un percorso fatto di sacrifici e tanto lavoro. Ho provato immensa gioia al fischio finale, perché negli ultimi mesi ho vissuto la situazione con molta tensione e con la responsabilità di compiere azioni che sono servite per il conseguimento del risultato. Ci tenevo tantissimo e quel fischio ha spazzato via queste tensioni per lasciare spazio alla felicità.”
Come si è evoluto il tuo ruolo all’interno del Forlì?
“Sono operativo dai primi di luglio, e sono contento di esserci sempre stato e di aver lavorato per il bene della società e a disposizione di tutti. Ho iniziato come team manager e referente della Società, curando anche la parte commerciale, anche se la mia vocazione è quella tecnica-sportiva. Poi come è normale, essendo una società dilettantistica, bisogna essere pronti e disponibili a fare ogni tipo di mansione richiesta. Poi ho anche avallato il rientro del mister e ho avuto modo di gestire per la prima volta direttamente la parte tecnica, e posso dire di aver fatto tutto con immenso piacere. A inizio stagione ho scelto questa esperienza per lavorare in prima persona con certe responsabilità, sapevo che non sarebbe stato semplice, abbiamo vissuto insieme alti e bassi ma tante cose positive sono state fatte e posso dire con orgoglio di essere felice per quanto realizzato.”
Qual’ è stata la tua più grande soddisfazione personale?
Sicuramente il tesseramento di Oliver Urso, perché è stato il mio primo “acquisto”. È un ragazzo che conoscevo già, e quando c’è stata la possibilità di tesserarlo non ho esitato a portarlo a Forlì. Tutto quello che è successo dopo ha aumentato la mia soddisfazione: poterlo tesserare con la deroga è stato difficile, ma ci ho sempre creduto tartassando la FIGC per oltre un mese e grazie all’aiuto dell’AIC ci sono riuscito. Il piacere è stato grande, perché Oliver si è rivelato utile nelle partite finali.”
Cosa può fare Forlì per migliorare?
“Io dico sempre che bisogna creare il giusto adattamento alla realtà che ci circonda. Essere realisti e fare le cose nel modo giusto è quello che ogni Società di qualsiasi categoria dovrebbe fare. Sicuramente esistono situazioni che vanno migliorate, ed è ciò che ho provato a fare anch’io durante l’anno. Una Società di calcio è un’azienda e deve portare a raggiungimento i propri obiettivi in maniera sostenibile, ragionare in ottica pluriennale ponendo le basi, stagione dopo stagione, alla crescita del Club. E’ vero che il risultato sportivo incide, ma è altresì vero che questo è una conseguenza di un lavoro alla base corretto.”
Quali sono i punti di forza su cui il Forlì deve investire per le prossime stagioni?
“Il Forlì ha la storia ed è una Società importante in questa categoria. Da fuori si percepisce il rispetto per questa realtà. Probabilmente se ne percepisce molto meno all’interno della stessa città: va sicuramente migliorato il legame della gente verso la squadra, perché il calcio piace a tutti, anche ai forlivesi. Quest’anno abbiamo cercato di coinvolgere i più giovani, grazie a iniziative sociali e portando allo stadio i bambini delle scuole primarie, che bisogna ringraziare per il costante sostegno espresso durante tutte le partite decisive.”
Quali sono i tuoi programmi per il futuro immediato?
“A breve mi incontrerò con la Proprietà e insieme valuteremo le condizioni che potrebbero farci lavorare di nuovo insieme. Se ci saranno i presupposti per farlo, sarò ben felice di rimanere a Forlì.”
Mister Campedelli ha elogiato più volte il valore del suo staff e il lavoro compiuto da questo durante la stagione:
“Sono contento di sottolineare che tra lo staff e me è nato un rapporto di amicizia importante, e questa è una delle note positive che rimarrà dentro ad ognuno di noi. Si è creata da subito un’empatia tale che ci ha permesso di lavorare nel modo migliore e superare le avversità. Io ho lavorato con loro nel momento iniziale e in quello finale, e abbiamo condiviso gioie e situazioni complicate. Siamo stati però bravi a compattarci nonostante queste difficoltà, lavorando con qualità, professionalità e competenza e sono sicuro che questi siano stati i fattori che ci hanno permesso di raggiungere la salvezza.
Voglio ringraziare, infine, personalmente il Presidente e tutti i membri della società, oltre ai giocatori e a tutti coloro che mi hanno accompagnato e aiutato nel mio lavoro durante questa stagione, che per me è stata veramente importante oltre che estremamente formativa.”
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